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Si fa presto a dire “italianità”

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18 marzo 2011:

ROMA – Una dichiarazione di guerra “economica” a tutti gli effetti. Il governo prepara un provvedimento che renderà più difficili le scalate delle multinazionali straniere ai gruppi industriali italiani. Provvedimento che riguarderà tutti indipendentemente dalla nazionalità di provenienza della scalata ostile, ma che in questo momento ha un obiettivo preciso: fermare la discesa delle società francesi nel nostro paese.

Non a caso, il decreto del governo – annunciato ieri dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti durante la riunione del consiglio dei ministri – arriva all’indomani dell’annuncio dei francesi di Lactalis, saliti all’11,4 per cento di Parmalat. E a dieci giorni dal clamoroso intervento dello stesso Tremonti che ha, di fatto, bloccato il passaggio del controllo di Edison – il secondo operatore italiano nel gas e nell’elettricità – ai “soliti” francesi di Edf, che in quanto a posizione in classifica occupano il primo posto del podio in Europa.

26 aprile 2011:

Ora c’è da capire quale sarà la reazione degli italiani che stavano lavorando per una cordata che difendesse l’italianità di Parmalat. Al lavoro ci sono Cassa Depositi e Prestiti – che nelle intenzioni del solito Tremonti dovrebbe essere il perno di un fondo da 20 miliardi per investire nelle imprese strategiche del nostro paese – Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Bnl. Manca, però, un partner industriale dopo l’uscita di scena – una settimana fa – di Granarolo. Ma devono fare in fretta: hanno solo sette giorni di tempo per presentare un’offerta in tempo per l’assemblea del 28 giugno in cui verrà eletto il nuovo cda. Ma con il lancio dell’Opa da parte di Lactalis tutto diventa più complicato.

12 settembre 2011:

LONDRA – Il governo italiano di centro-destra si sta rivolgendo alla Cina, ricca di liquidità, nella speranza che Pechino l’aiuti a risollevarsi dalla crisi finanziaria effettuando “significativi” acquisti di titoli di stato italiani e investimenti in società strategiche.

E’ quanto rivela Il Financial Times citando funzionari italiani secondo i quali Lou Jiwei, presidente della China Investment Corp, uno dei più ricchi fondi sovrani, è stato a Roma per parlare con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e i vertici della Cassa Depositi e Prestiti. (…)

La crisi ha spinto il governo italiano a “considerare la possibile vendita di partecipazioni strategiche in Enel e Eni. Cassa Depositi e Prestiti ha lanciato in luglio un fondo strategico con un investimento iniziale di 4 miliardi di dollari e che prevede di ampliare a 7 miliardi di dollari con la partecipazione di altri investitori, anche esteri“.

E non parliamo di Alitalia. E non parliamo della Cassa Depositi e Prestiti. E non parliamo delle idiozie protezionistiche che in tutti questi anni il ministro Tremonti ci ha propinato sulla Cina. E non parliamo del valore strategico di Eni ed Enel rispetto agli yogurt e all’alta digeribilità.

Prima se ne vanno e meglio sarà per tutti.


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